Nella Salle des Etoiles del Monte-Carlo Sporting Club i 500 partecipanti hanno festeggiato, mercoledì sera, i vincitori del XXVI Rallye di Montecarlo.
La gara, sin dall’inizio è stata polverosa e con il sole ma si è chiusa, invece, nella notte del Turini tra martedì e mercoledì con l’annullamento per nebbia della SR 17, La Cabanette – Col de Braus, l’ultima selettiva prova.
Cosi facendo per i nostri svanisce la possibilità di attaccare i leader che, in quel momento, erano poco più avanti.
Vincono, quindi, i belgi Michel Decremer (già vincitore nel 2017) e Jennifer Hugo (su Opel Ascona 400) davanti a Giorgio Schon e Francesco Giammarino (Morris Cooper S) e ai nostri Maurizio Aiolfi e Carlo Merenda (su Lancia Beta Coupè 1800), confermando così una classifica già definita dalla tappa precedente.
Resta un po’ di amaro in bocca per Maurizio e Carlo per i risultati della SR 1 e della SR 16, che non hanno trovato una logica neppure nel dopo gara, inficiando le aspettative di un risultato ancora più importante.
Le gare, però, lo sappiamo bene, non si vincono nè con i “se” né con i “ma”.
La gioia è comunque grande per un risultato che, neanche a dirlo, resta nella scia di quello ottenuto lo scorso anno dal Presidente Gianni Chiesa, allora navigato dalla sorella Tiziana, arrivati sullo stesso gradino del podio.
Al premio per il terzo posto, Aiolfi – Merenda aggiungono anche la vittoria del terzo raggruppamento.
Il team, rimaneggiato rispetto al passato per i ben più vasti programmi europei cui si è deciso di aderire, aveva perso ancor prima del via Marco Corbetta, Audi Quattro e Angelo Campedelli, Ford Escort MKII per irreparabili noie meccaniche alle loro auto.
Dispiace per come è finita per Riccardo Garosci e Rudy Briani, navigatore che nell’ultimo mese abbiamo visto sia alla Dakar Classic (secondo assoluto) sia al Montecarlo moderno, che hanno condotto un’ottima gara rimanendo sempre nelle prime 35 posizioni e che, pur avendo portato a termine la competizione, hanno dovuto saltare le ultime due prove, con la loro Fiat Ritmo 60 in Livrea Alitalia, per la rottura di un semiasse, finendo per chiudere in 176esima posizione.
Ottimo, invece, il risultato di Luca Monti, già vincitore di un Trofeo Suzuki al Montecarlo moderno di qualche anno fa e qui navigato dal bravissimo Marco Angrisani, che con la loro Peugeot 304 hanno recuperato un 152esimo posto della prima prova, chiudendo la gara con un ottimo 58esimo posto assoluto. Per dei rookie un risultato davvero importante, in special modo per la continuità con la quale hanno scalato quasi 100 posizioni.
Andrea Farmakakis, navigato da Mattia Nicastri, alla guida di una bellissima Ford Escort MKII del 1975, ha dato prova che il Montecarlo si può correre come si correva 50 anni fà, con le tabelle e i cronometri: così hanno fatto chiudendo con una onorevole 167esima posizione.
Come dicevamo, dunque, Team sicuramente rimodulato rispetto al passato, in quanto gli impegni si sono moltiplicati. Se l’equipaggio composto da Marco Leva e Alexia Giugni ha di recente ottenuto un settimo posto assoluto alla Dakar Classic, ben cinque auto Grifone sono già iscritte al prossimo Neige et Glace al via il prossimo 17 febbraio, altre quattro auto saranno, invece, al Rally Costa Brava del prossimo marzo e ben 7 auto sono già iscritte al prossimo Tour de Corse di ottobre.
Un programma europeo ben più consistente ed impegnativo del passato, in cui l’attenzione era invece focalizzata principalmente sul Montecarlo Historique. Grifone, quindi, pronta per la 69 edizione del Rallye Neige et Glace che si disputerà a Malbouisson (FRA) dove punterà in alto come
ormai è consuetudine.
Addetto stampa Nicola Manzini
Foto Roberto Deias
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