Come andremo a muoverci e a circolare sulle nostre strade nel 2025, dopo l’entrata in vigore il 14 dicembre scorso del nuovo Codice della strada? Ci sarà l’atteso cambiamento nei comportamenti di tutti gli utenti, in particolare di coloro che sono alla guida di mezzi a motore? Bisogna intendersi: non è che il discorso della responsabilità riguardi solo motociclisti, automobilisti e camionisti. Il tema è motivo di riflessione per tutti, a partire dagli stessi pedoni che sono la categoria più vulnerabile. Per obiettività occorre anche richiamare a maggiori consapevolezza e prudenza anche chi attraversa incurante dei semafori e dei passaggi zebrati. Gli investimenti avvengono anche per la leggerezza con cui ci si fida di sé stessi e questo è ancora più rischioso con i volumi del traffico in continuo aumento.
Se si pone l’accento specialmente su chi siede al volante di auto e mezzi pesanti e moto di ogni genere è perché la velocità e le distrazioni continuano a rimanere la prima causa dell’ampia casistica di incidenti. L’auspicio è che il giro di vite cominciato con l’applicazione delle nuove norme e l’appesantimento dei provvedimenti contro gli autori di infrazioni possa produrre una crescita dell’autodisciplina. E questo a partire dalle multe e dalla sottrazione di punti, con ritiro della patente e corollario di altre misure fino al penale. Ciascuno capisce bene cosa significa nel concreto essere privati dell’autonomia personale negli spostamenti, con necessità di far capo ai mezzi pubblici di trasporto e relativi orari.
Dopo 15 giorni dall’entrata in vigore del nuovo Codice, le prime indicazioni da Polizia e Carabinieri sono positive: calo del 2,8% negli incidenti e del 20,3% di quelli mortali rispetto allo stesso periodo 2023. Speriamo che la tendenza trovi conferma strada facendo. Certo è che c’è
urgente bisogno di un sussulto etico o morale che dir si voglia, da parte di ognuno di noi, davanti allo scenario della quotidianità che deve far pensare perché è impressionante: nel primo semestre del 2024 sulle nostre strade abbiamo avuto un aumento del 4% nel numero dei morti rispetto allo
stesso periodo del 2023, anno in cui i morti furono 3.039 – tradotto: 8 al giorno (dati Istat-ACI) – e i feriti 224.634, con una media di oltre 600 al giorno.
In attesa delle cifre complessive per il 2024, la tendenza sempre per il primo semestre e nel raffronto con il 2023 ha dato un aumento del 7,9% nei morti sulle strade urbane, dell’1% su quelle extraurbane, con un calo che sfiora il 14% sulle autostrade. La forte forbice nella differenza si spiega con le vittime più esposte, innanzi tutto i pedoni e i ciclisti. Il vecchio Codice era nato in un’epoca ormai giurassica rispetto ai mutamenti intervenuti nella società, di cui la strada è uno specchio primario: adesso ci sarà la verifica di quanto le nuove disposizioni possono contribuire al cambiamento di mentalità e di comportamento, abbassando il numero degli incidenti e facendo crescere la sicurezza sulle strade. È un auspicio che deve essere fatto proprio da ciascun utente ed è anche l’augurio forte che sento e rivolgo a tutti come presidente dell’ACI di Bergamo per un nuovo futuro.
di Valerio Bettoni
Presidente ACI di Bergamo
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