Tre equipaggi della MRC Sport in gara al Raid of the Champions, atto conclusivo del Campionato Italiano Cross Country e SSV, tenutosi l’8 e 9 novembre con partenza dalla località di Sáska, in Ungheria. Sette i passaggi competitivi percorsi dai 40 equipaggi in lizza.
Lorenzo Codecá era con Gilberto Menetti su Suzuki Gran Vitara. “Venerdí siamo partiti benissimo arrivando primi nella Power Stage – ha raccontato – poi abbiamo cambiato assetto con nuovi ammortizzatori, che, di fatto, abbiamo tarato in gara. Il settaggio comunque era ottimo e stavamo tenendo tempi da quinto posto assoluto. Poi nella seconda prova di sabato abbiamo iniziato ad avere problemi con il cambio, che poi sono andati sempre peggiorando. Alla fine abbiamo optato per la forfettaria. Gara molto bella, ma decisamente estrema, molto spaccamacchine, anche a causa del terreno duro e secco”.
Michele Abenicar guidava anch’egli una Suzuki Gran Vitara con Gianluca Sbaraglia sul sedile di destra. “Purtroppo abbiamo dovuto fare una gara di strategia – ha detto – avevamo la volontá di arrivare in fondo, anche perché per il mio navigatore avrebbe significato vincere per il secondo anno consecutivo il campionato italiano TH dei navigatori e cosí é stato. E’stata una gara massacrante su un terreno duro e rovinato, che ha messo a dura prova equipaggi e macchine. Anche noi abbiamo avuto un paio di problemi tecnici seri: prima abbiamo perso il turbo, poi la trazione anteriore che ci ha costretto a proseguire con due sole ruote motrici. I ritirati sono stati ben 13, mentre 15 non hanno concluso tutte le prove prendendo la forfettaria. Nel complesso abbiamo fatto anche dei discreti tempi e per questo dobbiamo ringraziare i meccanici e la loro esemplare assistenza”.
Andrea Toro con la figlia Monica alle note era a bordo di una Toro Buggy. A seguire il suo resoconto: “Siamo partiti ad eccessiva velocità per il percorso da affrontare, pieno di buche che hanno portato al cedimento delle sospensioni posteriori. Nonostante ciò, abbiamo fatto un ottimo tempo nella prima speciale, non fermandoci nonostante la rottura. Non abbiamo potuto proseguire con le altre speciali, però, in quanto il danno era troppo grande”.
Piergiorgio Grizzo