Il duo del Team Bassano si aggiudica con la Porsche 911 un’avvincente e riuscita decima edizione del Rally trentino ritornato a brillare di quella luce che ne ha confermato l’apprezzamento dei tanti equipaggi partecipanti. In un finale mozzafiato Alessandro Nerobutto e Oriella sono secondi con la Ford Escort e a completare il podio sono Filippo Zanin e Cerantola su BMW M3.
Vittoria per locali Armellini e Comunello nel Trofeo A112 Abarth Yokohama.
È stato atteso per tre lunghi anni ma ne è valsa la pena: il Valsugana Historic Rally ha confermato le aspettative e nella decima edizione appena conclusa ha regalato due giorni di emozioni e spettacolo ritrovando anche una Porsche 911 sul gradino più alto del podio dopo dodici anni dalla precedente: ad aggiudicarsi il rally è stata infatti la RSR Gruppo 4 di Bernardino Marsura e Massimiliano Menin i quali, preso il comando sulla prima prova l’hanno mantenuto sino al traguardo di Borgo Valsugana festeggiando il secondo successo stagionale dopo la vittoria del Benaco dello scorso marzo. Il duo del Team Bassano ha preceduto la Ford Escort RS Gruppo 4 guidata per la prima volta da Alessandro Nerobutto che, in coppia con Paolo Oriella nell’insolita veste di navigatore “storico”, ha corso una gran gara e con lo scratch finale sulla “Trenca” si è preso un meritato podio – e la vittoria di 3° Raggruppamento – sul terzo gradino del quale ci sono saliti Filippo Maria Zanin ed Alberto Cerantola con la BMW M3 con la quale hanno primeggiato nel 4° Raggruppamento.
Novantatrè le vetture al via nel rally – più le trentacinque della regolarità – diciannove delle quali in gara con le A112 Abarth che hanno dato il via alle sfide partendo per prime. Pronti, via e subito un primo colpo di scena arriva dal repentino ritiro della Ford Sierra di Bianco e Valerio nel corso del primo trasferimento verso la “Spiado” nella quale Marsura ha la meglio per soli 0”3 sulla Sierra del debuttante nei rally storici Smiderle affiancato da Bordin, dando il “la” per una sfida a due, con la Ford Escort di Volpato e Sordelli terzi a 10”1. Un po’ attardate le BMW dei Zanin, padre e figlio, e nel frattempo è Alessandro Nerobutto a mettersi in luce su Ford Escort col quarto tempo.
Altro colpo di scena nel corso della “Sella – Gianni Rigo”: un problema di motore ferma la corsa della Sierra di Smiderle e Volpato esce con un tempo altissimo. Via libera alle M3 dei due Zanin con Nerobutto in scia e, per restare in famiglia, spicca anche l’inizio gara del cugino Geronimo che dopo due prove è ottavo assoluto con la Golf Gti navigato dalla sorella Francesca. Il Trofeo A112 non è da meno visto che si registra il ritiro dei vincitori delle prime due gare Droandi e Fornasiero per rottura di un semiasse.
Si arriva alla temuta “Trenca” dove Marsura porta a tre i parziali e mette una seria ipoteca sulla vittoria trovandosi a condurre a metà gara su un trio di BMW M3 con quella di Massimo Zanin seconda a precedere Biasiotto e Filippo Zanin. Mancano all’appello anche le due Lancia Rally 037 di Bonaso – Zanella e dell’esordiente nei rally storici Scariot navigato da Rech. Il Valsugana si conferma rally “tosto” e ne danno prova i già venti equipaggi ritirati al giro di boa.
Secondo passaggio su “Spiado” e poker di vittorie parziali per Marsura con ancora un convincente Massimo Zanin alle sue spalle, il quale precede Alessandro Nerobutto in giornata di grazia; per il trevigiano della Porsche il vantaggio aumenta ancora mentre alle sue spalle sono ancora aperti i giochi per il podio assoluto. Ad interromper l’egemonia del battistrada, ci pensa Filippo Zanin che con uno scatto d”orgoglio firma il secondo passaggio su “Sella – Gianni Rigo” precedendo papà Massimo di un solo decimo, con Marsura terzo a 1”7 e sempre più accreditato per la vittoria. Nerobutto scalza Biasiotto dalla quarta posizione e ad una prova dal termine in sesta troviamo la Porsche di Voltolini e Morelli seguita dalla Lancia Stratos di Costenaro e Zambiasi che precedono la Golf dei fratelli Nerobutto. Tirone – Merendino su Porsche 911 Rs e “Raffa” con Signorini su Ford Escort RS chiudono la top-ten quando manca solo la decisiva “Trenca” che conferma la propria fama e in aggiunta alla pioggia sopravvenuta rimescola le carte nell’assoluta e anche in alcune classi. Nerobutto e Oriella confezionano un capolavoro vincendola e infliggendo notevoli distacchi agli avversari, azione che fa guadagnare loro tre posizioni portandoli sul secondo gradino del podio dietro alla Porsche di Marsura e Menin che nonostante il brivido di una divagazione che compromette solo una ruota posteriore ma non la gara, vincono con merito la decima edizione del Valsugana Historic Rally. Capovolgimento anche per il terzo gradino del podio che viene agguantato da Filippo Zanin, con Cerantola, ai danni di papà Massimo che scivola al quarto assieme a Rosina. Quinta un’altra BMW M3 quella di Biasiotto e Lizzi e al sesto posto si conferma la Porsche 911 di Voltolini e Morelli con la Lancia Stratos di Costenaro e Zambiasi settima. I fratelli Geronimo e Francesca Nerobutto sono ottavi con la Golf Gti e noni chiudono Tirone e Merendino su Porsche 911 e a completare la top-ten sono Agostino Iccolti e Giuseppe Ferrarelli finalmente al traguardo con la Ford Sierra Cosworth.
Tra i tanti equipaggi locali una menzione la meritano anche Maurizio Pioner e Bruno Ugolini dodicesimi assoluti con l’Opel Corsa GSI e Lorenzo Delladio, quindicesimo con la Porsche 911 SC nonostante dei problemi nella parte finale di gara corsa assieme a Pietro Ometto, festeggiato per aver tagliato proprio al Valsugana il traguardo dei 200 rally disputati a soli trent’anni d’età. Sugli scudi anche Luca Delle Coste e Franca Regis Milano undicesimi assoluti con la Fiat Ritmo 75 e i migliori sia nella Michelin Historic Rally Cup, sia tra gli iscritti al Memory Fornaca.
Grande battaglia ed incertezza sino alla fine c’è stata anche nel Trofeo A112 Abarth Yohokama che ha celebrato la vittoria sulle strade di casa per Matteo Armellini e Marco Comunello che hanno preceduto Manuel Oriella e Luca Mengon e col podio completato da Marcogino Dall’Avo e Manuel Piras.
Fonte: ufficio stampa Andrea Zanovello
Foto: Circolo Fotografico Cerbaro
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