Aggiornato il 23 luglio 2023
Due giorni di gara adrenalinici e spettacolari hanno rispettato la tradizione di una delle competizioni di rally più iconiche d’Italia.
Il successo maturato dalla sesta prova, con il ritiro del sino ad allora leader Mabellini, causa una foratura. Al secondo posto il romagnolo Campedelli che ha superato all’ultima occasione l’idolo di casa Pinzano, rallentato da una foratura.
La firma sulla vittoria del 36° RallyLana, quarto atto del Campionato Italiano Rally Asfalto e valido anche per la Coppa Rally di Zona 1 è quella del bresciano Stefano Albertini, in coppia con l’esperto Danilo Fappani, su una Skoda Fabia Rally2/R5.
Organizzata congiuntamente da rallyLANA.ALIVE a.s.d. e New Turbomark la gara si era avviata nella serata di ieri, con l’impegno più lungo, i poco meno di 24 chilometri della “Città di Biella” (uno dei tratti competitivi più lunghi in assoluto in Italia) ed ha subito offerto momenti ad alta tensione, con la classifica presa in mano dalle prime battute dal giovane, bresciano pure lui, Andrea Mabellini, 24 anni, uno dei giovani più promettenti della filiera verde italiana delle corse su strada.
In coppia con Virginia Lenzi, il pilota del campionato europeo del MRF Tyres Dealer Team, arrivato nel biellese per preparare al meglio possibile l’impegno di Roma della settimana prossima, era riuscito a passare al comando con un attacco deciso per poi riuscire a difendersi dai diversi attacchi che arrivavano da più parti e fino alla sesta prova era riuscito nell’intento, per poi dover alzare bandiera bianca causa una foratura posteriore che ha generato un ritardo pesante, incolmabile.
Da quel momento la leadership è passata in mano ad Albertini, che seguiva il conterraneo a soli quattro secondi dopo cinque impegni cronometrati ed il pilota di Vestone non si è lasciato sfuggire l’occasione per porre la sua prima firma nel prestigioso albo d’oro del RallyLana con una prestazione cristallina.
Una seconda piazza di grande valore è quella maturata con l’ultima prova speciale da parte del romagnolo Simone Campedelli, con Tania Canton su una Skoda Fabia, che sull’ultima prova ha potuto accarezzare “l’argento” togliendolo dalle mani del locale Corrado Pinzano (VolksWagen Polo Rally2/R5) il quale, proprio nel momento topico in cui stava rintuzzando gli attacchi dell’altro, è stato rallentato da una foratura che con la perdita di circa 30” lo ha arretrato al gradino più basso del podio.
Un “bronzo” comunque cristallino, quello di Pinzano, il vincitore uscente della gara, che ha corso non al massimo della forma fisica e soprattutto per onor di firma, debilitato dai postumi di uno stato influenzale che lo aveva messo anche in forse dal correre.
Campedelli, anche lui quest’anno impegnato nel campionato continentale, ha avviato la gara con cautela, mèmore anche del repentino ritiro per incidente del 2022 e comunque badando, nell’intero arco della competizione, a “sentire” le sensazioni trasmesse dalla vettura in vista pure lui della prossima settimana a Roma.
Ai piedi del podio, quarto con una prestazione costantemente nei quartieri alti del ranking, il comasco Corrado Fontana, con Arena alle note sull’unica vettura World Rally Car al via, la Hyundai i20 WRC. Per il lariano una prima parte di gara difficile, condizionata da difficoltà al cambio, che non hanno comunque impedito di immagazzinare punti importanti per la classifica tricolore.
Top five completata dal vercellese Ivan Carmellino, il “Re del ghiaccio”, visto che sulla neve è il top driver italiano, affiancato da Tirone, anche lui su una Fabia. Gara di carattere, estremamente redditizia, per loro, che non hanno certo avuto timori reverenziali verso i migliori interpreti del tricolore, firmando una prestazione certamente d’effetto e con riscontri cronometrici sempre in alto.
Sesto sotto la bandiera a scacchi l’aostano Chentre, con una Skoda anche lui, che della pattuglia arrivata a giocarsi il coefficiente maggiorato di 1,5 per la Coppa di prima zona è risultato quello che ne ha tratto maggior beneficio, con un altro dei “papabili”, il toscano Santini, fermato dalla sua Skoda durante la terza prova speciale causa un semiasse rotto.
Settima posizione per Bocchio-Mazzilli (Skoda), ottavi Marasso-Pieri (Skoda)ed ha certamente fatto notizia sia sotto l’aspetto tecnico che anche sotto quello affettivo dei tanti appassionati biellesi di rally la nona piazza assoluta centrata dal figlio d’arte Alessandro Negri, figlio del blasonato Davide, al suo debutto con una Skoda, condivisa con l’esperto Harshana Ratnayake, mentre la top ten è stata chiusa da Colombi-Rivoir (Skoda pure per loro).
Di non troppo fuori dai dieci dell’assoluta, quindi undicesima, la prima vettura “due ruote motrici”, nel caso la Peugeot 208 Rally4 di Stefano Santero, in coppia con Fabio Grimaldi, mentre il ritorno alle gare della Suzuki Rally Cup dopo due mesi dalla “Targa Florio” ha coinciso con la nuova vittoria di Matteo Giordano e Manuela Siragusa, i quali hanno ulteriormente in vetta alla classifica del monomarca del sol levante.
CLASSIFICA ASSOLUTA (TOP TEN): 1. Albertini-Fappani (Skoda Fabia Evo R5) in 1:03’20.4; 2. Campedelli-Canton (Skoda Fabia Evo R5) a 6.9; 3. Pinzano-Turati (Volkswagen Polo Gti) a 34.4; 4. Fontana-Arena (Hyundai New I20 Wrc) a 44.6; 5. Carmellino-Tirone (Skoda Fabia Evo R5) a 50.8; 6. Chentre-Canepa (Skoda Fabia Evo R5) a 1’02.9; 7. Bocchio Ramazio-Mazzilli (Skoda Fabia Evo R5) a 2’13.3; 8. Marasso-Pieri (Skoda Fabia Evo R5) a 2’24.5;
9. Negri-Ratnayake (Skoda Fabia Evo R5) a 2’49.3; 10. Colombi-Rivoir (Skoda Fabia Evo R5) a 4’14.9.
Nella foto: Albertini-Fappani (foto di Giovanni Lorandi)
Fonte: Alessandro Bugelli | ufficio stampa