Il due volte campione del mondo rally svela i segreti ed i retroscena del percorso che celebra il ventennale, partendo dal grande ritorno di “Monte Lerno – Sa Conchedda” di quasi 50 chilometri.
Tiziano Siviero ha fatto “bingo” scegliendo di riproporre dopo nove anni la speciale di Monte Lerno in versione lunga, stavolta con una lunghezza di 50 km. Il navigatore due volte campione del mondo vittima come sappiamo lo scorso 19 settembre di un drammatico incidente stradale all’isola d’Elba, ha lavorato assiduamente da remoto (essendo ancora sotto terapia) al percorso di questo 20° Rally Italia Sardegna.
La prova di Monte Lerno sarà l’ultima speciale nel giro di venerdì sia al mattino che al pomeriggio. Ecco illustrato da Siviero, che sta cercando di recuperare il massimo possibile in una struttura specializzata, il percorso 2023 della gara».
Come hai svolto il lavoro di preparazione del percorso del Rally Italia Sardegna?
L’idea era partita a metà settembre prima che succedesse il mio incidente, poi pian piano l’abbiamo affinata un po’ alla volta. Ci siamo strutturati con alcune persone che si recavano sul percorso, nella fattispecie Vittorio Carlino ed Edoardo Di Lauro, facevano dei filmati ed io effettuavo le mie scelte. Certo non è la stessa cosa di quando ci vai personalmente, però poi ho voluto che in loco andassero anche delle persone molto esperte come Lucio De Mori e Antonio Turitto, che hanno confermato quelle che erano le mie percezioni.
Com’è partita l’idea di un percorso tosto con la prova di Monte Lerno allungata a 50 km che ha destato la curiosità di tutti gli addetti ai lavori?
Era da qualche anno che volevo fare una cosa così. Nel 2014 quando ero tornato ad occuparmi del percorso l’avevamo fatta lunga 60 km, diciamo che la prova lunga, la prova complicata è un po’ un mio marchio. Allora l’avevamo proposta perché era un po’ una sfida così come all’epoca la prova di Cagliari perché dovevamo far parlare di noi, ed anche in quell’ottica ci fu il trasferimento della base della gara ad Alghero. Stavolta invece la prova lunga nasce dall’esigenza di mettere insieme tutti i punti più belli di Monte Lerno, Monti di Alà per far finire la speciale nell’arena di Alà dei Sardi dove gli ultimi 2 km sono tutti a vista per la gioia degli spettatori.
Il famoso salto quando è previsto?
A metà prova, la mia volontà era quella di proporre una prova veloce, con una media di 100 km/h visto che in alcuni punti, soprattutto dopo il salto, c’è una serie di curve lente che abbassano la media. Una prova in cui il pilota si divertisse a guidare, per questo ho chiesto a Vittorio Carlino di percorrerla in tutta sicurezza come se stesse guidando in gara, e lui mi ha confidato che era una “figata pazzesca” confermando che le mie sensazioni erano quelle giuste.
E perché viene proposta subito già nella tappa di venerdì e non il sabato?
Semplicemente per motivi televisivi: sabato dobbiamo proporre in diretta tv Coiluna-Loelle che con i suoi 16 km avrebbe fatto diventare il giro troppo lungo per le gomme se avessimo Monte Lerno nella stessa giornata. E così è venuta fuori una prima tappa in cui abbiamo rispolverato dopo 19 edizioni Tantariles, e poi dopo Terranova andremo a Monte Lerno. Tantariles era stata la prima speciale del 2004 ed è uguale nel primo tratto a quella di allora, poi però arriviamo in cima e non possiamo più girare a destra perché ci sono delle colture, e così continuiamo a sinistra con una discesa inedita che dovrebbe rivelarsi molto difficile. Quanto a Terranova, dovevamo fare una prova che non superasse i 10 km e così abbiamo deciso di inserire nella parte finale la spettacolare discesa di Kitzbühel, che costituisce dopo 10 anni un gradito ritorno.
E la tappa di sabato cosa prevede?
Per il sabato oltre a Coiluna e Su Filigosu abbiamo effettuato un lavoro certosino sul crono di Tula, cercando di fare in modo che diventasse una prova difficile e selettiva, con continui cambi di ritmo ed un alternarsi di fondi bellissimi e bruttissimi, il tutto arricchito anche con cinque-sei salti. Una prova dove il grip cambia continuamente e dove si può fare la differenza. Poi a Tempio facciamo la versione del 2005, con una parte finale totalmente diversa da quella delle ultime edizioni che va da San Bachisio sino all’Agnata, una strada tortuosa ed insidiosa che è uno slalom continuo dove se sbagli puoi staccare una ruota.
Domenica il gran finale è un remake del 2021?
Per la tappa di domenica ho preferito confermare il percorso di due anni fa che era piaciuto, piuttosto che andare a rischiare con qualche novità, visto che anche lo stop finale è sulla spiaggia così come la premiazione dopo la Power Stage. Poi la speciale di Braniatogghiu piace ai piloti, alcuni la considerano una delle più belle del mondiale, perché a parte il passaggio tra le case con un km lento è tutta molto veloce con un finale da brivido.
Ti vedremo a giugno ad Olbia?
Dipendesse da me ci andrei subito, dipenderà dalle mie condizioni. Spero tanto di esserci.
Fonte e foto: ufficio stampa
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