Intervista al Presidente del Comitato Regionale Sardegna FCI Stefano Dessì rilasciata in occasione dell’avvio della stagione ciclistica 2022.
Nel weekend che ha visto 200 Giovanissimi in una gara provinciale, il Presidente del FCI Sardegna Stefano Dessì traccia la strada per tenere viva la costante ascesa del movimento ciclistico nell’Isola.
Oltre duecento partenti nella gara Giovanissimi e Gioco Ciclismo a Villacidro. Effetto della post pandemia, della voglia di riprendersi la quotidianità perduta e della sicurezza che oggi, il ciclismo, con le sue 108 società attivissime nell’isola, sa trasmettere alle proprie famiglie. Ingredienti da non disperdere, come da non dissipare è il vero e proprio assist che, tra le altre cose, ha saputo regalare il periodo di emergenza sanitaria del pianeta.
“Il covid ha segnato in peggio le nostre vite, ma fortunatamente ci ha permesso di dedicare del tempo per tanti inaspettato alla nostra amata bicicletta – dice il numero uno della Federazione Ciclistica Regionale sarda Stefano Dessì – il ciclismo in Sardegna non si è mai fermato. Invito le società a non disperdere l’assist dell’enorme occasione di reclutamento arrivato in questi ultimi due anni”.
I numeri di Villacidro, tra i Giovanissimi, non si vedevano da tempi immemorabili.
A memoria, dico che sono almeno 20 anni che non si registravano 200 partenti a una gara per bambini e ragazzi tra i 5 e i 12 anni o che tale occasione era comunque più unica che rara. Aggiungo che quella di Villacidro era una gara provinciale. Auspico numeri ancora superiori nelle quattro prove regionali.
Quali sono gli errori da non commettere, in questo momento così positivo?
Occorre mettere da parte le individualità. Proseguire sul mantra che da sempre abbiamo indicato come faro della nostra attività federale. La formazione prima di tutto. Il ciclismo degli anni 80/90 quello fatto di brava gente, di grandi appassionati, troppe volte senza un percorso formativo adeguato, senza una vera politica di reclutamento, oggi non esiste più. E quando esiste, non è adeguato ai tempi. In Sardegna abbiamo 13 scuole ufficialmente riconosciute, oltre a un numero ampio di società che fanno attività giovanile con risultati rilevanti, anche senza un riconoscimento formale. Su questi centri di reclutamento si determina il futuro del ciclismo agonistico giovanile.
Ci saranno province più vive di altre. O altre dove sta germogliando il movimento.
Certamente. Finalmente si rivede il ciclismo giovanile nella provincia di Oristano. Registriamo invece, purtroppo, criticità tra Sassari, Nuoro, l’Ogliastra e il Sulcis Iglesiente. Parlo soltanto di numeri, ovviamente.
Oltre alla formazione?
La creazione di spazi adeguati al ciclismo, non per forza classificati come impianti. Oggi si può fare bicicletta su una pista di atletica, in un anello ciclabile o in un area attrezzata per il fuoristrada. L’impiantistica si può trovare, e tante società brillanti e intraprendenti lo fanno, sfruttando i tanti impianti già esistenti. Anche un campo di calcio, ad esempio, si può prestare a fare attività ciclistica.
Sarebbe un bel salto di mentalità.
E soprattutto renderebbe il nostro sport ancora più appetibile alle famiglie, a partire dai 4 anni di età.
Sarebbe sinonimo di sicurezza e serenità per loro e per tutti gli addetti ai lavori.
Intanto, nei giorni in cui è stato pubblicato il calendario regionale 2022, brillano i 3000mila tesserati e le 160 gare già programmate.
Sono 4 gare di media a week end, tra le varie discipline. Numeri importanti che confermano una passione infinita per la bicicletta.
Ci sono discipline che avanzano più di altre?
Il bici fuoristrada è una realtà alla quale occorre dare attenzione diversa rispetto al passato. Ma si lavora per dare la giusta visibilità anche al Downhill come al Campionato di Enduro, che a breve vedrà la luce con il Gran Prix Gravity Bike.
Cosa vuole dire, in chiusura, alle società?
Voglio fare in primis gli auguri alla nostra grande famiglia per una stagione densa di soddisfazioni. Vorrei inoltre rivolgere loro l’invito a guardare al futuro. Vivere di ricordi è fuorviante per il contesto e per la realtà di riferimento in cui viviamo. Oggi, il ciclismo, è decisamente cambiato. Occorre cambiare nel farlo e nel raccontarlo.
Fonte e foto: Mauro Farris | ufficio stampa FCI Sardegna
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